Esce la nuova edizione di “La Chiesa romana”, opera del teologo modernista Ernesto Buonaiuti
I dogmi ecclesiali alla prova della visione profetica di Ernesto Buonaiuti
Torna disponibile in libreria una delle opere più note del teologo e storico del Cristianesimo Ernesto Buonaiuti (1881-1946), “La Chiesa romana” (Gabrielli editori, pp. complessive 252, giugno 2023), ristampa dell’omonimo libro pubblicato nel dicembre 1932 per le edizioni Gilardi e Noto di Milano. La nuova pubblicazione si pone nella scia delle iniziative promosse da Noi Siamo Chiesa per la riabilitazione del prete romano, tra cui l’Appello del 2014 (disponibile sul sito www.noisiamochiesa.org) che ha raccolto e continua a raccogliere l’adesione di noti esponenti della cultura cristiana e laica nonché di qualificati movimenti e associazioni della società civile. Il libro è stato curato da Pietro Urciuoli e dal compianto Vittorio Bellavite – storico coordinatore di Noi Siamo Chiesa, venuto meno lo scorso 12 aprile – con l’ampia prefazione del giornalista, regista e scrittore Gilberto Squizzato che introduce il lettore alla comprensione del testo. Così spiega Squizzato:
«Ernesto Buonaiuti fu, insieme ad altri, esponente del movimento culturale che sotto il nome di modernismo, fra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, e non solo in Italia, provava a rileggere il messaggio cristiano alla luce delle istanze e dei mutamenti di pensiero della società contemporanea. Nel momento della sua redazione (il 1932) già da sei anni l’autore era stato colpito dalla scomunica (il 26 gennaio 1926), da appena tre anni Mussolini e il cardinal Gasparri avevano firmato il Concordato e da un anno a Buonaiuti, per essersi rifiutato di prestare giuramento di fedeltà al fascismo, era stata tolta con la cattedra universitaria anche ogni fonte di dignitoso sostentamento personale.
Il lettore troverà in queste pagine una sequenza organicamente coerente di analisi storiche pienamente argomentate e documentate che decenni più tardi non avrebbero (quasi) più fatto scandalo dentro la Chiesa: questa radicale critica storica a molti snodi decisivi (e involutivi, rispetto al Vangelo) della storia della Chiesa di Roma proposta da Buonaiuti non faceva che porre le basi, nella coscienza cattolica più aperta e avveduta, per quella richiesta di radicale riforma che sarebbe stata esplicitata trent’anni più tardi dal Concilio Vaticano convocato a Roma nel 1962 proprio da quel papa Roncalli che di Buonaiuti era stato compagno di seminario all’inizio del secolo». E Squizzato conclude con le parole stesse dell’autore: «Il lettore potrà riconoscere in queste pagine un Buonaiuti perfino temerario, per amore del Vangelo, che suonano come attualissima critica del Romanesimo e come visione profetica che anticipa nuovi doveri per l’uomo di fede attento alle mutazioni di tempi che sa di doversi misurare con il pensiero e la sensibilità moderni. “Tutta impigliata nei teoremi irreformabili della sua teodicea, la Chiesa è imprigionata in una raffigurazione filosofica del reale battuta irrimediabilmente dall’esperienza scientifica” e così “sorda e cieca ai segni imperiosi ed eloquenti dei tempi (…) si inaridisce, ribadendo, con uniformità monotona, le sue stilizzate formulazioni teologali. (…) Non si può più schematizzare il divino e il suo operare misterioso sulla traccia di una ricostruzione dell’universo in conflitto con i dati intuitivi della quotidiana esperienza e della tecnica empirica. E la nuova sensazione, fluida e mobile, della realtà, postula, a più o meno breve scadenza, tutta una nuova impalcatura concettuale”».
“La Chiesa romana” è uno dei testi più significativi della vastissima produzione letteraria di Ernesto Buonaiuti; un testo della maturità, scritto, come dice egli stesso, «per un indeclinabile comando della coscienza, in un momento risolutivo della mia vita», essendo ormai stato privato sia della dignità sacerdotale che della qualifica di professore universitario. Un testo che è al tempo stesso una riflessione sulla bimillenaria storia della Chiesa e un accorato appello affinché ritorni a proporre al mondo il messaggio evangelico nella sua originaria purezza, e nel quale si alternano, attraverso un gioco di audaci e sapienti collegamenti, analisi storiche e visioni future. Le posizioni espresse dal Buonaiuti sono di una sorprendente attualità e rendono testimonianza di una figura complessa di sacerdote e di studioso che attende ancora il giusto riconoscimento.
Prefazione – Gilberto Squizzato
Perché Buonaiuti? – Vittorio Bellavite
Il testo più significativo del Buonaiuti – Pietro Urciuoli
La Chiesa romana
Quel che pretende di essere
Quel che è stata
Quel che è
Quel che potrebbe essere
Quel che sarà
Appendice. Profilo bio-bibliografico di Ernesto Buonaiuti
Ernesto Buonaiuti nasce a Roma il 25 giugno 1881. Ordinato sacerdote nel 1903, nel volgere di pochi anni diviene una figura di riferimento di quel movimento modernista condannato nel 1907 da Pio X come la “sintesi di tutte le eresie”. Autore di numerosi libri e saggi, fondatore e direttore di vari periodici, efficace oratore e conferenziere, subisce varie censure canoniche fino alla definitiva scomunica expresse vitandus del 1926. Nel 1931 è rimosso dalla sua cattedra di Storia del Cristianesimo all’Università di Roma per essersi rifiutato, insieme a pochi altri docenti, di prestare il giuramento fascista. Con la caduta del regime viene riammesso in ruolo ma non gli viene restituito l’esercizio effettivo dell’insegnamento per l’opposizione esercitata dal Vaticano. Muore a Roma il 20 aprile 1946.