Descrizione
“Vorrei una chiesa povera e per i poveri”. Sono le parole che Francesco, vescovo di Roma, qualche giorno dopo la sua elezione, rivolse alla platea di giornalisti e operatori della comunicazione sociale, dinanzi quindi al mondo intero. Aggiungendo che la scelta del nome era correlata al poverello di Assisi, “all’uomo della povertà, l’uomo della pace e l’uomo che custodisce il creato”. Era dal tempo di papa Giovanni XXIII che parole tanto semplici e chiare non si udivano dalla sede romana sulla povertà della chiesa.
I contributi raccolti in questo libro sono attraversati, anche se in modalità diverse, dalla speranza che nella chiesa cattolica si faccia strada una diversa coniugazione tra potere e servizio. Una tale attesa è alimentata dallo stesso messaggio evangelico dove si afferma che il potere affidato alla chiesa è il potere di servire. E’ un’attesa che porta dentro di sé un’urgenza sempre più diffusa: di una vera riforma della chiesa cattolica nel senso di una sua rigenerazione sotto l’imperativo del servizio, come segnale da offrire a tutti i popoli e nazioni, alle diverse chiese e comunioni cristiane, alle altre religioni, al mondo secolarizzato, dominato dalla finanza e dalla tecnica. In questo il ruolo del successore di Pietro è giunto a un momento di svolta epocale: ha la possibilità di comunicare a livello simbolico – nella somiglianza percepibile con l’unico Pastore – attivando un processo che non può esaurirsi nella povertà e nell’ascetismo personale, ma deve esprimere un’energia di trascinamento che coinvolga la chiesa anche nelle sue strutture organizzative e nei vari ministeri di direzione.
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