Surviving Srebrenica

Sopravvivere al genocidio 11 luglio 1995

 14,00



Autore: Hasan Hasanovic
Prefazione di Fatima Neimarlija
ISBN: 978-88-6099-381-6
Pagine: 105
Formato: 13,5 x 21
Anno: 2019
Anteprima: Disponibile

Descrizione

Surviving Srebrenica è il commovente racconto personale di un giovane musulmano bosniaco, Hasan Hasanović, e della sua famiglia durante il conflitto che ha distrutto i Balcani negli anni ‘90. La storia porta il lettore nel cuore di una semplice famiglia contadina e delle loro vite prima, durante e dopo la guerra. Un racconto coraggioso in cui il crescendo delle tragiche vicende è illuminato dalla tenacia e dall’amore per la vita di Hasan che, tornato a Srebrenica dopo il forzato esilio, è diventato il “narratore” della tragedia sua e del suo popolo.
Surviving Srebrenica è una lettura obbligata per chiunque sia interessato a capire come sia potuto sviluppare di nuovo un genocidio sul suolo europeo. Con l’auspicio che questo libro sia per le giovani generazioni un ulteriore monito a non dimenticare e ad avere il coraggio di spendersi per la salvaguardia dei diritti fondamentali dell’essere umano.

«Anche quando sono lontano da Srebrenica la mia mente è lì. Penso a tutti i miei amici che sono stati uccisi solo perché avevano un nome diverso.
Ciò che segue è la mia storia, la storia di un ragazzo di paese che è sopravvissuto al Genocidio di Srebrenica.» Hasan Hasanović

Il libro ha il patrocinio di Amnesty International

COME È NATO IL LIBRO, DA UN INCONTRO CON I RAGAZZI DELLE SCUOLE DI VERONA

La voce ai ragazzi …
Abbiamo conosciuto Hasan nel febbraio del 2018, durante il viaggio di istruzione, a Potočari, nel Memoriale in cui ora lavora. La proposta di un viaggio in Bosnia, a Sarajevo e dintorni, ci ha inizialmente stupito. Conoscevamo solo a grandi linee le vicende che avevano interessato la zona, così abbiamo iniziato a documentarci. Come per tutte le guerre, esistono narrazioni diverse: una ufficiale e una più umana, meno fredda, impregnata di lacrime. Così non poteva andare dimenticata la storia di un ragazzo di Srebrenica che in questo conflitto ha perso i suoi cari. Dopo aver vissuto dieci anni senza riuscire a parlare di ciò che era successo, Hasan ha deciso di scrivere questo libro e ha acconsentito che noi, studenti liceali, lo traducessimo e in questo modo facessimo conoscere la sua storia ad altre persone. Noi da Hasan abbiamo imparato il valore della testimonianza e quindi crediamo che il racconto di una dolorosa esperienza personale possa aiutare a riflettere sulla precarietà della condizione umana quando viene investita da pregiudizi ideologici.
Classe IV BI Liceo N. Copernico, Verona – a.s. 2017/18
Elena, Anda, Emma, Cristina, Barrow, Michele, Michelle, Nicolò, YuFei, Michela, Dalila, Paola, Anna, Luca, Ettore, Alessandro, Anna, Marcello, Ylenia, Giulia

… e alle loro insegnanti
Ma io dove ero? Questa è la domanda che ci ha assalito all’uscita dal Memoriale di Potocari il 17 febbraio 2018 mentre camminavamo in un silenzio quasi spettrale verso quelle migliaia di lapidi bianche che in quel giorno si stagliavano ancora più candide in un cielo di un azzurro infinito. Straordinario il silenzio di più di 50 giovani studenti che diversamente dal solito non avevano più voglia di chiacchierare e scherzare, dopo aver partecipato a una visita guidata.
Prima di risalire sul pullman che ci avrebbe portato a Srebrenica per l’incontro con i giovani dell’Associazione “Adopt Srebrenica”, abbiamo acquistato nel piccolo chiosco all’uscita del Memoriale una copia del libro Surviving Srebrenica di Hasan HasanoviĆ, nostra guida nella visita, che aveva raccontato in lingua inglese la sua esperienza di testimone sopravvissuto al genocidio.
È bastata la lettura di poche pagine durante il viaggio di ritorno a Sarajevo per convincerci dell’importanza che la memoria di un’esperienza così devastante, ma nello stesso tempo così umana e vicina al passato di molti di noi, potesse essere conosciuta anche da chi non padroneggia la lingua inglese. Sono stati i ragazzi stessi però, già a conclusione dell’incontro con Hasan HasanoviĆ, a esprimere la necessità di una mediazione linguistica per comprendere fino in fondo il racconto di quella vicenda e perché la stessa fosse divulgata anche tra coloro che nulla sanno di quella pagina di storia così vicina ai nostri confini. E pensare che solo il giorno prima al Museo del Tunnel di Sarajevo tutti insieme avevamo letto il graffito “Qui è morto il Novecento”.
Tradurre, ma soprattutto diffondere le parole di Hasan è stato un esercizio di cittadinanza consapevole e condivisa, un modo per trasformare la memoria in una riflessione sul presente: ma io dove sono?
Le insegnanti accompagnatrici
C. Antonini, B. Godoli, A. Martinelli

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