Descrizione
Piace pensare che le storie raccolte da Giorgio siano state dapprima raccontate nei trebbi, nelle veglie serali trascorse nelle stalle o sulle aie, nel contesto di una civiltà contadina che ormai si è convertita in una vita di paese fatta di operai e di artigiani ancora memori di quegli ancestrali riti antropologici. Sono storie che celebrano l’intelligenza furbesca, la battuta fulminante, il motto di spirito, la beffa, lo scherno, lo sberleffo [… che ci trasmettono la] sincera affezione di Giorgio per gli uomini e le cose del suo paese, indottovi dalla profonda “carità del natio loco” che ha il potere di intenerirgli il cuore nell’atto stesso del ricordare. (Dalla Premessa di Andrea Battistini).