De Judaeis

Piccola teologia cristiana di Israele

 14,00

Il libro, che già dal titolo latino si pone in antitesi ai tradizionali trattati cristiani adversus Judaeos (contro gli ebrei), esce in occasione di un anniversario importante: i cinquant’anni della dichiarazione del concilio Vaticano II Nostra aetate, con la quale la chiesa cattolica ha riaperto, dopo diciannove secoli, il dialogo con il popolo ebraico, a lungo giudicato da essa “perfido” e “deicida”.



Autore: Brunetto Salvarani
Prefazione di Paolo De Benedetti
ISBN: 978-88-6099-271-0
Pagine: 160
Formato: 14 x 21
Anno: 2015
Anteprima: Disponibile

Descrizione

Il libro, che già dal titolo latino si pone in antitesi ai tradizionali trattati cristiani adversus Judaeos (contro gli ebrei), esce in occasione di un anniversario importante: i cinquant’anni della dichiarazione del concilio Vaticano II Nostra aetate (28/10/1965 – 28/10/2015), con la quale la chiesa cattolica ha riaperto, dopo diciannove secoli, il dialogo con il popolo ebraico, a lungo giudicato da essa “perfido” e “deicida”.

Vengono perciò presentati i sette temi cruciali nel dialogo fra cristiani ed ebrei, con l’intenzione di fare il punto su questo argomento che il cardinal C. M. Martini considerava decisivo per il futuro delle chiese cristiane: un’idea confermata, del resto, da papa Francesco sia nell’esortazione Evangelii gaudium sia nel suo viaggio-pellegrinaggio in Israele e Palestina (maggio 2014). Ed è il motivo per cui, alla fine di ogni capitolo, si traccia un sintetico Promemoria per le comunità cristiane, affinché questo dialogo passi dalle intenzioni alla pratica vissuta.

Perché, se aveva ragione il cardinal Martini, la partita non è considerabile puramente periferica e riservata agli addetti ai lavori, ma assai importante sul piano strategico e forse persino vitale per il presente e il futuro della Chiesa. E non solo. Nella prospettiva, come afferma Paolo De Benedetti nella Prefazione, di offrire “un ponte indispensabile a tutti coloro che osano chiedere a Dio: ‘Dove sei?’. Una domanda che merita la risposta divina: ‘Eccomi!’, e che il lettore di queste pagine è da esse aiutato a vivere”.

La recensione di Enzo Bianchi (Tuttolibri, 17.10.2015), leggi

La Prefazione di PAOLO DE BENEDETTI
Dio aveva bisogno di un tu, e questo tu Dio lo crea riflettendo su se stesso.
Tutti i popoli hanno sentito nella loro storia, o cultura, il bisogno di una o più divinità.
Ma non è così altrettanto evidente che la divinità abbia bisogno della creatura. E tuttavia non esiste, in nessuna religione, l’idea che questo reciproco bisogno sia, in certo senso, non solo la prova, ma la necessità per l’esistenza di Dio stesso.
Si tratta, dell’uomo e di tutto il creato, come di uno specchio di Dio: infatti Dio ha bisogno di specchiarsi per scoprire in se stesso l’identità delle tre realtà che fanno uscire il mondo dal nulla: l’Io, il Tu e il Creato.
Come si è accennato, il Creato è il Tu di Dio, e ciò significa non solo che il Creato abbia bisogno di Dio (idea assolutamente universale), ma che Dio abbia bisogno del Creato inteso come Tu e come specchio.
In sostanza, sia nella realtà materiale e umana, sia nella realtà divina è fondamentale il rapporto come parola, come vittoria (tanto umana quanto divina) sulla solitudine. Per questo una definizione ebraica di Dio è forse la più profonda di tutte: Dio è “colui che ascolta il grido”. Ciò che, in certo senso, ci autorizza, ci spinge a “gridare a Lui”.
Non dimentichiamo che questo fu anche il grido di Gesù nella passione, cioè di un figlio al padre muto: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?” (Matteo 27,46; Marco 15,34).
Senza ebraismo il cristianesimo non avrebbe fondamento. Questa non è una scelta degli uomini ma una scelta di Dio, che ha sentito il bisogno non solo di capire gli uomini e salvarli, ma in primo luogo di identificarsi con essi nell’amore e nel dolore per essere un Dio paterno e non un Dio re.
Naturalmente questa teologia presuppone che tutta la tradizione biblica, ebraica e cristiana, sia un unico percorso, anche se non tutti i camminatori riescono a compierlo interamente.
Ma è un percorso difficile anche per Dio, che non può guidarci senza versare il proprio sangue. Ecco perché il cristianesimo implica non solo un totale coinvolgimento di Dio, ma anche il suo dolore, il suo bisogno di aiuto, la sua esperienza della morte, la sua impossibilità di vincerla subito. Infatti ciò che noi leggiamo nella vita di Gesù è il suo bisogno di essere uomo e proprio per questo, essendo un uomo ebreo, il rapporto ebraismo-cristianesimo, incarnato in lui, deve essere vitale nella cultura e nella coscienza di tutti i cristiani.
Perciò questo libro di Brunetto Salvarani crea un ponte indispensabile a tutti coloro che osano chiedere a Dio: “Dove sei?”.
Una domanda che merita la risposta divina: “Eccomi!”, e che il lettore di queste pagine è da esse aiutato a vivere.

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