Descrizione
Difficile da catalogare questa raccolta di versi, orazioni, passi dialogici. Agnus Dei di Carla Collesei Billi è un libro audace, frammentario, pluricentrico. Una sorta di opera aperta che muove da lontano per portare a galla i mondi e le parole del Vangelo. (…) È come se l’autrice tornasse dentro gli antichi testi, quasi che qualcosa non fosse abbastanza accaduto (o scritto) o, meglio, come se continuasse ad accadere di nuovo.
Ne escono scritture che non chiedono solo di essere lette, ma anche interpretate, agite, vissute (grazie anche all’uso di musica, danza, luci). Veri copioni di un testo che ricorda i Misteri Medievali, autentiche sceneggiature per Sacre Rappresentazioni. Rappresentazioni che sono state messe in scena in più chiese veronesi (Duomo, San Fermo, San Rocco, ecc.) e che continuano ad essere messe in scena, come fossero diventate parte integrante della liturgia (del Natale o della Pasqua).
(…)
A contare veramente in Agnus Dei è scovare tra le pieghe del Nuovo Testamento sempre nuove forme di visione e di allusione. I testi tornano più volte sullo stesso tema, alternando i punti di vista in una toccata e fuga di frammenti che somigliano alle diverse inquadrature di un film: campi lunghi, primi piani, piani americani, dettagli. È così con I doni del Natale, dove una lavandaia, un pastore, un fornaio portano alla grotta i frutti del loro lavoro, che in questo modo assumono un sorprendente valore simbolico. Ed è così con La passione secondo le cose, dove gli oggetti quotidiani sembrano animarsi e farsi segni divini. È come avvolgere la storia di Cristo di un’atmosfera sospesa, sfuggente, incantata, piena di nodi cruciali e di passaggi segreti.
E l’Introibo, con Le dieci parole che sembrano canti o preghiere rivolte al “Signore Dio”? È un’entrata del discorso, l’annuncio di un linguaggio che vuole andare sempre oltre: oltre se stesso, oltre ciò che può essere detto. Verso il divino che aleggia come attesa (Natale) o dramma (Passione) su questa poesia-prosa, che sembra congiungere terra e cielo, velamento e “disvelamento”.
(dalla Prefazione di Luigi Meneghelli)
L’Autrice
Carla Collesei Billi: nata a Lamon (Belluno) nel 1947, ha trascorso lunghi anni a Verona, partecipando al fervido clima culturale che sta tra arti visive e letteratura. Ora vive e lavora tra Garda e Asiago. Laureata in pedagogia, è conosciuta non solo come poetessa, ma anche come scrittrice per l’infanzia e autrice di incantati, evocativi racconti. Ha pubblicato: Stanze lunari (Gemma Editco, 2000), vincitore del premio Pinayrano 2001; Dentro le bianche stanze (Gemma Editco, 2005), presentato al Festival Veronapoesia 2005); il trittico di “libricini da collezione” (LietoColle edizioni): La passione secondo le cose (2009), Davanti al presepe (2009), Le dieci parole (2011); La mia voce (Scripta edizioni, 2017). Accanto alla poesia ha sempre coltivato un’autentica passione per la scultura, dando vita a figure che si rifanno a icone, metafore, miti di epoche lontane e misteriose.